martedì 10 maggio 2011

Rush finale...

Esistono delle situazioni in cui speri che il finale sia breve, che speri di arrivare alla fine il prima possibile, in quanto ogni momento è una tremenda angoscia e frustrazione. Succede in quei match di calcio tiratissimi (come non citare un indimenticabile San Piero - Pelago del lontano 2005 portato a casa col sangue) in cui vinci 1 a 0 e l'avversario attacca per gli ultimi 15 minuti con tutte le sue forze, tentando di recuperare la partita. Succede quando la tua ragazza ti trascina al cinema a vedere un film sdolcinato da quoziente intellettivo zero assoluto, in cui o il film finisce o te vomiti prima. Succede all'ultimo mese di università, in cui una situazione meteorologica favorevole si contrappone alla mazzata nelle palle di studiare per gli esami, con il risultato di avere la pelle di colore coniato col nome "bianco da studente universitario di Luglio".
E poi ci sono quelle situazioni, quelle fasi della vita, in cui ogni singolo istante verso la fine ti procura solo un immenso rammarico, in quanto speri che la fine non arrivi mai, che venga sempre posticipata. Succede nei week-end, quando pensi che il lunedì ricominci la vita di tutti i giorni. Succede in quelle giornate in cui sei felice e rilassato, magari davanti a un tramonto spettacolare col sorriso stampato in faccia (non me la tiro perchè in questo momento mi godo il tramonto su Copenaghen dalla mia finestra dal 5° piano, eh....). Succede, manco a dirlo e come era facile capire, quando realizzi che ti manca solo un singolo e fottuto mese alla fine dell'Erasmus. Succede che ti rendi conto di quanto siano veri i racconti che avevi ascoltato riguardo "5 mesi in Erasmus volano via", nonostante te pensassi "vien via, 5 mesi sono un'infinità". Succede che ricordi benissimo lo Welcome Party, e contemporaneamente sei a comprare i biglietti dell'aereo per tornare a casa (a proposito, 9 giugno, giusto in tempo per il Delirio).
Succede che ti accorgi di essere alla fine di quello che è probabilmente stato uno dei periodi più intensi e belli della tua vita, nonostante fatti buoni e cattivi accaduti nel mezzo. Sei così, con una sensazione che sta nel mezzo, come deve essere, fra la delusione di lasciare tutto quello che hai trovato qui, e il ritrovare tutto quello che hai lasciato in Italia. Ripensi a quello che hai combinato in questi 4 mesi, dai capelli che da zero sono diventati lunghi, al tuo inglese che speri sia migliorato (nonostante riesci ancora a confondere tomorrow con today), ai posti che hai visitato, al tuo fegato che ha cominciato ad assumere valori oltre la soglia umana. Pensi che difficilmente scorderai i momenti di pura gioia sulle note di Pedro Barbosa, di "Con un deca", sulle frasi "Where the fuck is Pedro?" e sui messaggi di Peter "Don't worry, I'm alive!".
Ma non c'è tempo per i rammarichi. Non servono, c'è solo da combattere. Quindi, per questo ultimo mese, il piano di battaglia è uno e uno soltanto: 1 kg di ragù alla bolognese e una pizza fatta in casa stivati in freezer, nonostante sia mezzo occupato abusivamente dalla roba della famosa vicina di stanza, una camera con alcool per ogni occasione, iniziare i weekend il martedì, e dare tutto, in modo che quando torni a casa manco i tuoi genitori sappiano riconoscerti. A loro l'ardua sentenza se sono riuscito nell'impresa, io vi lascio su un assolo di Frusciante per andare fuori e prendere alla lettera il mio piano!!!

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