mercoledì 8 giugno 2011

9 Giugno 2011, 1.45

FOR NOT ITALIAN PEOPLE, DON'T TRANSLATE, THERE IS ALSO THE ENGLISH VERSION


Avevo iniziato questo blog dicendo che ci sono 2 cose che odio della vita: il risotto alle zucche e iniziare un testo. Beh, in questo momento mi sto rendendo conto che esiste una terza cosa che odio profondamente della vita, ed è finire un qualcosa che avevo iniziato e che mi ha portato grandi soddisfazioni.
Camera pulita, valigie praticamente fatte, ultima notte in Erasmus. Dopo 5 mesi in permanenza in quel di Lund, si volta le spalle e si ritorna a casa.
Molti associano questo giorno a una cosa triste, deprimente, ricco di lacrime e pianti. Io mi sento fuori dal coro. Per me questo è un giorno bellissimo. Per me questo è un giorno in cui realizzo che ho speso gli ultimi 5 mesi della mia vita in un modo meraviglioso, ricco di esperienze di vita di ogni genere, incontrando un gruppo di persone fantastiche. E' vero, domani tutto questo finirà, ma è sempre qualcosa che ti resta dentro, per il resto della tua vita, e che nessuno ti toglierà mai. Per questo motivo domani, quando salirò sull'aereo, non mi metterò a piangere, non mi farò prendere dalla malinconia, ma semplicemente ripenserò a tutto quello che ho vissuto in questi mesi, sorridendo perché è stato bellissimo.
Ripenserò a tutti i propositi che avevo quando l'aereo l'avevo preso per venire al Nord, che sono stati ampiamente superati. Ripenserò a tutto quello passato insieme, partendo dallo Welcome Party per arrivare all'ultima notte in Wermlands Nation, passando dalla Sea Battle, dal viaggio a Stoccolma, dalle giornate in spiagge e laghi, e dai milioni di party passati insieme sulle note di "Con un deca" e "Pedro Barbosa". E non lo farò solo domani, ma anche dopodomani, la prossima settimana, i prossimi anni. Perché questi sono stati momenti bellissimi, e i momenti belli vanno ricordati sempre e comunque, in qualsiasi momento della tua vita!
La vita di questo blog finisce qui. Forse un giorno lo riprenderò in considerazione, chi lo sa. Ma il suo scopo era quello di raccontare la mia vita in Erasmus, ed il risultato è stato perfetto. Ringrazio tutti quelli che hanno avuto la voglia di leggerlo, di commentarlo, da tutte le parti del mondo, e in lingue diverse. Ringrazio tutte le persone che mi hanno ricoperto di complimenti, dicendo che è stato scritto benissimo, anche se personalmente ci credo il giusto.
Voglio concludere il tutto con il tributo a un ragazzo, cui il titolo del blog è dedicato. Un ragazzo di cui ho apprezzato profondamente la storia, e che secondo me non ha fatto la fine che meritava. Un ragazzo che, poco prima di morire, ha scritto "la felicità è autentica solo se condivisa". Noi in questi mesi abbiamo condiviso tantissimo, ed è stato fantastico. Spero di aver dato pure un piccolo contributo personale a tutti voi con questo blog. Ciao!!!



I began my blog saying that I hate two things in my life: risotto with pumpkin and begin a text. Well, in this moment I'm realizing that I hate also a third thing in my life, and it is to finish something that I began and that brought me so much satisfaction.
Room cleaned, suitcase almost done, last night in Erasmus. After 5 month spent in Lund, it's time to turn around and come back home.
A lot of people think that this day is a sad day, depressing, full of tears. I don't think so. For me, this is a beautiful day. For me, this is the day that I really realize that I spent the last 5 month in a fantastic way, full of every kind of experience, with a group of fantastic people. It's true, tomorrow everything will be finished, but it's however something that stays inside yourself, for all the rest of the life, and nobody can steal it. For this reasons tomorrow, when I will take the flight, I will not cry, I will not be sad, but simply I will think about all the things that I did in this period, smiling because it has been amazing.
I will think about all the expectations that I had when I took the flight to come to the North, that are been widely respected. I will think about all the time spent together, from the Welcome Party to the last night in Wermlands, with in the middle the Sea Battle, the trip to Stocholm, the days spent on the beach or in the lake, the thousands of parties enjoyed with "Con un deca" and "Pedro Barbosa". And I will not do it only tomorrow, but also the day after tomorrow, the next week, the next year. Because that moments were beautiful, and the beautiful moments must be reminded always, in every time of your life!
The life of this blog is finished. Maybe I will write something else in the future, who knows. But the aim was to talk about the Erasmus life, and it worked very well. I want to say thanks to all the people who read this blog, post on this blog, from every part of the world and in different languages. I want to say thanks also to the people who said a lot of congrats to me because the blog is well written, even if I don't think so.
I want to finish everything with a tribute to a guy, from who the blog takes the title. A guy with a story that I really loved, but with a end that really he didn't deserve. A guy who, just before die, said "happiness only real when shared". We shared a lot in these months, and it was beautiful. I hope to have given a little bit of contribution with my blog, to all of you. Ciao!!!

(probably Google Translate was better than me, but at least I tryied!)




martedì 7 giugno 2011

Tiriamo le somme...

Arrivato pressoché alla fine del mio periodo in terra straniera, scriviamo un po' le "prime volte" che mi ha regalato questo Erasmus.

  • Parlare inglese con lo scopo preciso di sopravvivere, e non solo a caso e senza senso come prima.
  • Preparare pizza e lasagne.
  • Cambiare fuso orario, addirittura 2 volte in 1 giorno.
  • Arrivare a lezione in hangover e/o ancora ubriaco.
  • Lavare i miei vestiti.
  • Capire veramente cosa vuol dire "essere italiani", dal fatto di mangiare pasta tutti i giorni all'usare le mani per qualsiasi discorso.
  • Fare il bagno ed essere abbronzatissimo il 21 di Aprile.
  • Andare in bici sotto un'abbondante nevicata.
  • Fumare la prima sigaretta.
  • Pagare col bancomat meno di 1 euro.
  • Svegliarsi una mattina senza ricordarsi assolutamente un cazzo del giorno prima.
  • Iniziare i weekend il Lunedì.
  • Festeggiare San Patrizio (con schifosissima birra verde).
  • Prendere una nave (e che nave..).
  • Imparare a brindare in una decina di lingue diverse.
  • Rubare pizze e gelati non personali dal proprio frigo.
  • Studiare per più di 5 minuti una terza lingua (e ovviamente non imparare nulla...).
  • Capire di odiare profondamente la Tequila.
  • Fare serata in un'altra nazione.
  • Scovare orribili canzoni italiane tradotte in svedese.
E tante altre cose, che adesso non mi vengono in mente...

domenica 5 giugno 2011

Frammenti

Iniziare il weekend di Lunedi non è molto salutare, ma è figo.
La notte prima degli esami....si va fuori, si beve, e si torna tardi, rigorosamente e senza discussioni.
I bbq in un giardino botanico con pallone e frisbee annessi sono il miglior modo per passare la serata.
Sparta è il miglior posto per preparty e afterparty, disco falafel è il miglior posto per la musica, VG deve cominciare a bruciare.
Entrare alle nation alle 11 con la luce nel cielo e tornare a casa alle 3 con la luce nel cielo ti fa sentire profondamente strano.
Un festival a Copenghen chiamato "Distrortion" non può che riservare una vagonata di gente ubriaca stronca ma delle gran serate in compagnia.
Anche in Svezia hanno problemi di elettricità sui ponti.
Tuffarsi da 10 metri in un lago è da pazzi, ma chi non lo è?!
I corridor cleaning di domenica devono morire, sopratutto quando tutti sono fuori a gioire per gli ultimi giorni qui.

Frammenti. Cose che mi passano per la testa. Vita intensa, troppo intensa per essere scritta su un blog. E poco tempo, mai un momento senza fare nulla, ma questo è il bello. Questo è Erasmus, anche se fra 4 giorni è tutto finito....

domenica 29 maggio 2011

Un solo vincitore..

Come ormai dovrebbe essere chiaro a chi ogni tanto ha voglia di leggere questo blog, qualvolta mi piace mettere da parte un po' la mia vita da fancazzista in Erasmus e parlare di qualche altra cosa che reputo importante. Beh, questo è esattamente uno di quei momenti, quindi mi dispiace per chi rimarrà deluso.
Come più o meno tutti sanno, ieri è stata disputata la finale di Champions League fra Manchester e Barcellona. Non parlerò della nostra serata, manco a dirlo passata a vedere la partita fra giochi alcolici di ogni genere, e continuata in una nation, per poi essere finita in condizioni indecorose. Non parlerò neanche della partita, che ha offerto uno spettacolo secondo me di tutto rispetto, con un gol di Villa che difficilmente verrà scordato. Parlerò di un ragazzo, che di professione fa il giocatore, ma non famoso e acclamato come può essere un Lionel Messi o un Wayne Rooney qualsiasi.
Il suo nome è Eric, nato l'11 Luglio 1979, a Lione in Francia. Discreta carriera, divisa fra Francia e Spagna, pedina importante degli scacchieri tattici in cui è stato inserito ma mai veramente fondamentale. Arriva vicino anche a vincere un mondiale, perso poi ai rigori contro un'Italia allora ancora definibile "squadra", in cui segna pure dal dischetto.
Il suo nome diviene tristemente famoso il 15 Marzo 2011, quando su tutti i giornali sportivi viene riportata la notizia che al ragazzo è diagnosticato un tumore al fegato. La sua storia sembra una triste storia come tante altre, con un duro e difficile percorso che dovrà essere affrontato per cercare di uscire da questa brutta situazione. Per un momento pure le più dure rivalità vengono dimenticate, e il Real Madrid si presenta in campo con una maglia di auguri di pronta guarigione a Eric.
Ma certe volte, pure il mondo del calcio, dove oramai il business la fa da padrone e rimane poco spazio per la passione,  può regalare delle belle storie da raccontare. Il 3 Maggio, meno di 2 mesi dopo l'intervento, Eric entra in campo al 90' di una semifinale di Champions League, sotto un'autentica standing ovation di tutto lo stadio. La sua battaglia l'aveva vinta, ma evidentemente non era abbastanza.
Ieri, 28 Maggio, Eric gioca da titolare la finale di Champions League, rilegando in panchina un mostro sacro come Carles Puyol, 12 anni e 348 partite nel Barcellona, capitano di tale squadra e della Nazionale. Nonostante poco più di 2 mesi prima sia stato sotto i ferri per una difficile operazione, in campo gioca come se nulla fosse, disputando una gran partita di corsa e grinta.
Il finale della partita è noto a tutti, con un Barcellona che si impone per 3 a 1, e con Puyol, entrato solo alla fine della partita, pronto ad alzare la coppa al cielo. Ma in certi momenti ci possiamo ricordare che un giocatore, prima di tutto, è un uomo, e ne esistono alcuni veramente fenomenali. Uno di questi è proprio Carles Puyol, che dopo una finale intera passata in panchina ad incitare i suoi compagni, senza mostrare alcun rammarico per la scelta dell'allenatore, cede la sua fascia ad Eric, per permettergli di sollevare la coppa e non solo di vincere, ma di stravincere la sua battaglia.

La coppa che ieri Eric Abidal ha sollevato intorno alle 11 e mezzo non è solo un simbolo della vittoria di una partita. Non è neanche il simbolo della vittoria di un'intero torneo. E' il simbolo della vittoria contro quello che la vita ti ha riservato, di una persona che, nonostante tutto, ce l'ha fatta, e nel migliore dei modi.
E non ce l'ha fatta perchè si chiama Abidal, e perchè gioca nel Barcellona. La sua storia può essere cambiata con un nome meno conosciuto, una professione meno popolare, e così via, ma la vittoria finale ha comunque lo stesso valore.
Storie come quelle di Abidal servono a tutti, e vanno ricordate a lungo, perchè sono quelle di cui la gente ha bisogno. Per continuare a sperare, forse a sognare, sicuramente per gioirne dopo la vittoria.

venerdì 27 maggio 2011

We're mad!!!

La stupidità e la genialità non sono due cose opposte, come può sembrare e come la maggioranza delle persone pensa. Sono due cose molto vicine, certe volte molto simili, più di quanto ognuno possa pensare. Esiste una linea sottile, molto sottile, che può far diventare genio uno stupido qualsiasi, o che può far sembrare un idiota un uomo dotato di un grande cervello. Il segreto sta nell'individuare il limite, di cavalcarlo, e di non ricadere in uno dei due campi. E' un po' come la vita di un equilibrista: puoi essere geniale in quanto passi da un palazzo all'altro camminando su un semplice filo, a metri e metri dal suolo, ma basta poco per perdere quel precario equilibrio che hai e diventare uno stupido qualsiasi.
Durante la vita, uno deve imparare a conoscere se stesso, e quindi ad acquisire confidenza col suddetto limite. Mai essere banali, mai essere geniali, uno dovrebbe essere sempre nel mezzo, magari anche facendo cazzate che lo rendono stupido, ma avendo autentici colpi di genio che gli altri ricorderanno in futuro. Il tutto sta nella bravura di cavalcare quella linea sottile, quel limite che è tanto difficile da trovare, ma che regala immense soddisfazioni.

Stupidità è mercoledì sera, quando ti presenti a un party denominato "write on me" con l'intenzione di non essere firmato sulla maglia, ma stupidamente ti metti una maglietta bianca in quanto il tuo cervello è sconnesso dal resto del corpo. Il risultato finale è un'aspetto nel mezzo fra una rock star piena di tatuaggi e un pazzo furioso, in quanto per salvare la maglina hai acconsentito di farti firmare sul tuo corpo. Inutilmente, fra l'altro, perchè la maglia è stata macchiata ugualmente (Buddah e Andreino prometto che tornerà come prima, quella maglia ha un valore inestimabile...).



Genialità è giovedì sera, quando in una serata che non prevede preparty, hai l'idea di organizzare una festa in un corridoio che non è il tuo, senza dire niente ai suddetti ragazzi. Genialità è creare un evento su Facebook, denominando il party "Bud Spencer & Terence Hill night", presentandoti alla porta di tale corridoio con salsicce e fagioli, e ovviamente con il film "Altrimenti ci arrabbiamo", davanti allo sguardo attonito divertito e incazzato degli abitanti di tale corridoio. Genialità è riuscire a portare nel corridoio altri 5-6 ragazzi, ignari del fatto che quello era un party abusivo, in quanto il tuo carisma è sopra ogni altra cosa. Genialità è passare una piacevole serata insieme, davanti alla visione di cazzotti e sberle, ovviamente riuscendo ad entrare nel corridoio e usando la cucina per preparare salsicce e fagioli, altrimenti......altrimenti ci arrabbiamo!!!

martedì 24 maggio 2011

Dove potrai dire con calma io sto colma a Stoccolma...

Partiamo da uno stereotipo: italiani e portoghesi sono fancazzisti, rilassati, e sempre in ritardo. Se abbiamo un appuntamento, arriviamo sempre dopo, fregandocene, perchè è nella nostra natura.
Ecco, voglio dire che questo non è vero del tutto. Noi non siamo in ritardo, siamo solo dei fottuti professionisti: possiamo arrivare in ritardo agli appuntamenti di poco conto, ma se la faccenda è importante riusciamo arrivare all'ultimo momento, ma arriviamo sempre, non molliamo mai!! Il prologo di questo post è solo per giustificare il treno preso al volo venerdì mattina alle 7 per andare a Stoccolma, dove chiaramente qualcuno ha rischiato di rimanere a Lund, ma siglando un nuovo record nel tragitto Sparta-Stazione...
Detto ciò, narriamo un po' di questo week-end nella capitale. Dopo un'abominevole dormita durante le 5 ore di treno (di una compagnia che tutti gli svedesi definiscono schifosa, ma che io pagherei per avere in Italia) arriviamo a destinazione, all'1 di pomeriggio, sotto un piacevole sole e un bastardissimo vento. Posata la roba nell'ostello, ci avventuriamo un po' a piedi per la città. Il primo impatto è fantastico, in quanto riesci a vedere per la prima volta una "vera" città in terra svedese. Durante la passeggiata per il centro arriviamo a incontrare tipici personaggi locali, quali una signora completamente vestita di verde con un pappagallo sulla spalla, o un tizio ubriaco marcio alle 4 di pomeriggio il quale racconta con emozione i suoi viaggi ad Amsterdam nel quartiere a luci rosse. Durante il pomeriggio, inoltre, ritrovo con piacere l'interesse per qualche Milf locale di notevole valore (il più delle volte vestita da vacca sul Suv del marito cornuto), cosa che a Lund era mancata in questi 4 mesi per l'elevata presenza di gente di giovine età.
Arrivati alla serata, decidiamo di iniziare con qualche birra in un locale con musica jazz dal vivo, con un gruppo che molto probabilmente se avesse avuto più fortuna adesso sarebbe in vetta alle classifiche per come suonava bene. Presi dall'indecisione per il locale per la cena, decidiamo così di optare per un McDonald, dopo un'astinenza personale di circa 6 anni in cui mi ero trovato benissimo e che mi è toccato interrompere contro la mia volontà. La scelta della serata ricade verso un locale con musica dal vivo. O, almeno, questa sarebbe l'idea, visto che in questa città alcuni locali hanno il limite di età a 23 fottutissimi anni (e pensando che i night hanno il limite a 18, non voglio sapere cosa possa succedere lì dentro), così, demotivati e distrutti, ci avviamo a giro per i pub della città, terminando il nostro tour in un pub irlandese con band dal vivo composta da 4 loschi personaggi 60enni dai capelli rossi e dall'ubriacatura facile.
Torniamo così in ostello, dove prima di andare a dormire ci sta sempre bene uno spuntino in cucina, chiaccherando con 3 spagnole riguardo il mio aspetto che, secondo il loro parere, ricorda molto quello di un indipendentista basco (dopo la laurea l'ETA sarà il mio nuovo obiettivo).
La notte viene arricchita da spettacoli di ogni genere. Divisi un due stanze, a me e al povero Goncalo capita la camera col simpaticissimo ragazzo che ha russato come una bestia tutta la notte, provocando tutti gli insulti che gli ho rivolto mentre cercavo di addormentarmi. Nell'altra, invece, la notte viene arricchita da una scopata occasionale tra un ragazzo e una ragazza molto probabilmente inglesi, molto probabilmente fradici, con tanto di amici che, venuti a conoscenza di quello che stava accadendo, hanno pensato bene di produrre un report fotografico della nottata.
Il secondo giorno viene passato ancora una volta a giro per Stoccolma, visitando posti, musei e parchi naturali, trovando anche un concerto dedicato a Jesus in un parco locale, nel quale una simpatica signora prima ha affermato che sembravamo svedesi, dopodiché al termine di una corta conversazione ci congeda con un "God bless you" (avrei voluto rispondergli "and with his spirit", ma mi sono trattenuto).
Tornati in ostello, il preserata viene trascorso a bere gin e a parlare con 3 ragazzi americani in giro per l'Europa. Tempo 5 minuti viene subito individuato che uno di loro è il tipico "personaggio da evitare", per la logorrea ogni oltre possibile limite umano. Decisi ad andare fuori, capitiamo prima nell'Hard Rock Cafè più triste della storia, dove il numero dei barman era di gran lunga superiore a quello dei clienti, per poi finire la serata in un locale di musica metal pesante. Sentendoci fuori luogo per i personaggi presenti, passiamo la serata a parlare con un gruppo di ragazze locali, arrivando alla conclusione che secondo loro l'Italia è meglio della Svezia perchè ci sono le macellerie. Anzi, giusto per riportare le esatte parole, "perchè ci sono quei posti dove appendono la carne al soffitto che gocciola sangue sul pavimento" (non so se  invece di una macelleria aveva visitato l'appartamento di un serial killer).
Il ritorno all'ostello coincide con l'ennesimo spuntino notturno, dove ritroviamo l'americano logorroico che era stato prontamente seminato dagli altri due, per ovvi motivi di salute personale.
Svegliati il giorno dopo, veniamo a conoscenza di un maledetto furto dei nostri biscotti digestivi per la colazione (spero si sia cacato addosso chiunque l'abbia fatto) e passiamo l'ennesima giornata a camminare per Stoccolma, giusto per finire del tutto le nostre scarpe e pure i nostri piedi. Il treno direzione Lund viene preso alle 6 di sera, dove il caso vuole che vicino a noi ci siano un ragazzo e una ragazza svedesi, ma entrambi di origine bosniaca, entrambi di Sarajevo, con cui è stata instaurata una piacevole conversazione di 3 ore riguardo di tutto e di più.
Il ritorno in appartamento è coinciso con una puntuale pioggia, ma con la grande soddisfazione di trovarmi iscritto a un gruppo a nome Pedro Barbosa. Queste sì che sono le soddisfazioni della vita...

domenica 15 maggio 2011