giovedì 17 marzo 2011

150.....

Ci sono pochi momenti in cui mi sento ancora orgoglioso di essere italiano. Uno di questi è quando sento parlare gente come Roberto Saviano, che nonostante parli solo e soltanto dei problemi del nostro fottuto Paese riesco comunque ad ammirare un uomo che lotta e mette a rischio la propria vita per il bene di una Nazione. Altre volte possono essere quando ascolti canzoni di grandi personaggi quali Giorgio Gaber, Fabrizio de Andrè o Francesco de Gregori, che nonostante siano apparentemente "solo" cantanti nascondono dietro questo mestiere un gran cervello e un amore profondo, nonostante tutto, per il proprio Paese.
Questi sono i momenti di orgoglio. Poi, vengono i momenti in cui ti chiedi cosa hai fatto di male per vivere in questo maledetto Paese. E questi momenti avvengono ogni giorno. Ogni giorno, quando per esempio cammini per strada, e incontri persone dalle italiche abitudini che non ti vanno giù. Quando accendi la TV, e senti delle mille ingiustizie che la gente è costretta a subire e delle cose che non funzionano e molto probabilmente non funzioneranno mai nel Bel Paese. Oppure quando senti parlare i politici.
Ecco, questa è la ragione principale per cui una parte di me odia profondamente l'Italia. Quando senti parlare gente che dubiti abbia in casa un diploma di grado più alto delle elementari, che pensi non sarebbero adatti neanche al lavoro di ciabattini, e invece ti rendi conto che ricoprono una delle cariche più alte, con uno stipendio così alto e con così tanti privilegi che molto probabilmente te non avrai in tutta la tua vita. Si, in questi casi io ODIO l'Italia, e ti senti quasi orgoglioso di vivere in Svezia per 6 mesi.
E' successo esattamente qualche giorno fa, quando per caso mi è capitato fra le mani il video di Mary Star Gelmini ospite a "Che tempo che fa" (unica trasmissione italiana rimpianta, insieme a "My name is Earl"). Ascoltare una sequela di cazzate assurde per mezz'ora, sapendo che esistono persone che realmente credono a quello che lei dice, e assistere ai meravigliosi giri di parole oramai famosi in ambito politico per evitare di rispondere alle domande (se notate bene il video non risponde mai esattamente a quello che le chiede Fazio, ci sarà un motivo) è peggio di una coltellata alla schiena. E ancora peggio è sapere che la gente se ne frega, dicendo che tanto qualcuno cambierà qualcosa, che le cose andranno meglio, quando in verità stiamo sprofondando in un abisso.
Ma non serve. Non serve a un cazzo parlare. Non serve a un cazzo scrivere un intervento su uno stupido blog riguardo quello che va e quello che non va in Italia. Servirebbe che la gente si mettesse in testa che il Paese, che l'intero Paese, è loro, di tutti gli italiani. Non solo di alcuni, non solo una parte del paese, ma tutto è di tutti. E tutti sono responsabili di com'è e di cos'è l'Italia, non la classe politica, o solo una ristretta élite di persone. Per questo motivo, non mi metto a dire le frasi comuni che si possono dire per questo giorno. Mi limito a sperare che questo 150° anniversario dell'unità significhi un anno in meno all'avvento di una Nazione, una vera Nazione, dove ognuno si preoccupa e partecipa attivamente a realizzare quello che vede intorno a lui. Dove nessuno pensa "qualcuno farà", ma dove ognuno pensa "io devo fare". Una Nazione dove ognuno pensa e agisce per migliorare, di cui non ti devi vergognare quando vai all'estero, ma ne devi essere orgoglioso. Lo spero vivamente! (e ovviamente buon San Patrizio a tutti)

Mi scuso per quelli che speravano in un post pieno di fighe-ubriacate-party-cazzate, ma vengo da una settimana amara delle suddette cose causa esami (5 ore di esame, con redbull e mars gratis, è peggio di un calcio nelle palle con le scarpe anti-infortunistiche) e malattia. Unico evento rilevante party di San Patrizio festeggiato un giorno prima, ma niente di rilevante da raccontare, se non che la buonissima birra verde bevuta che lasciava un retrogusto di qualcosa di schifoso in bocca. Spero di riprendere la routine il più presto possibile...

Nessun commento:

Posta un commento